Candy obsessive
Ero a cena con le mie amiche. I soliti gossip e risate poi iniziano a parlare di livelli, colori, caramelle. Io le guardo e non capisco nulla. Mi spiegano. E mi dicono che è un
Ero a cena con le mie amiche. I soliti gossip e risate poi iniziano a parlare di livelli, colori, caramelle. Io le guardo e non capisco nulla. Mi spiegano. E mi dicono che è un gioco che ti prende un sacco.
Vado in vacanza con mia madre e una notte mi butta giù dal letto, perché? Non riesce a passare il livello 69. Mi sveglio spaventata, guardo la piccola che dorme serena nel lettino. Sbuffo e mi rimetto a dormire, pensando che l’ultima volta che un gioco mi aveva così “conquistata”, avevo 10 anni e non c’erano i Pad o smart phone che ti permettessero di usufruirne ovunque.
Apro facebook ed ho solo che inviti di persone che vogliono giocare, certo perché se finisci le vite, qui puoi chiederne di extra. Vado un week-end a casa di amici e me li trovo sul divano con il loro tablet tra le mani a giocare a cosa? A Candy Crush saga. Sono dal parrucchiere e la signora accanto parla al telefono e dice che non esce più alla sera: “Mi ha stregata, poi quel livello 82, che fatica queste gelatine!”.
Incuriosita, vado alla ricerca su internet di notizie su questo gioco: consiste nel scoppiare caramelle mettendone in fila al meno tre dello stesso colore in orizzontale o verticale, l’obiettivo è quello di salire di livello pur avendo delle vite limitate. Leggo che ha 470 livelli divisi in 32 episodi. Scopro che è creato da un italiano: Riccardo Zacconi, la sua azienda King. com ci guadagna 850 mila dollari al giorno. Sì perché questo giochino, che ero tra le poche a non conoscere, è il più scaricato al mondo con 132 mila persone che ci giocano. Il problema non è la capacità che ha di parlare di se, ma che può diventare una vera ossessione.