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The day of a common mother

Perché non racconti nel tuo blog com’è una giornata tipo di una mamma? Così mi propone una mia follower-ormai amica su Instagram. Ed io penso ok, grazie, ottima idea! Vi va se ne parliamo care

12109255_10153233590927362_9021585453232270502_nPerché non racconti nel tuo blog com’è una giornata tipo di una mamma? Così mi propone una mia follower-ormai amica su Instagram. Ed io penso ok, grazie, ottima idea! Vi va se ne parliamo care donne e mamme ? Mettiamoci sulla linea di partenza, scaldiamo i muscoli perché qui non c’è nulla da ridere: la mia giornata è una corsa contro il tempo! Sveglia ore 7.20: corro in bagno, mi lavo faccia, i denti e nel mentre apro finestre e balconi. Mi fermo un secondo a fare pipì. Mentre sbadiglio mi guardo allo specchio e penso: sono un mostro. Rido e proseguo. Vado in sala e cucina, alzo persiane e apro le finestre. Nicola intanto è in bagno: lui ci impiega 5 secondi a lavarsi e vestirsi. Esce di casa sempre molto presto per andare a lavorare. Io nel frattempo sistemo un po’ la sala. Torno in bagno, mi pettino, mi trucco e mi vesto al volo. Sono le 7.35. Arriva il bello: devo svegliare Ginevra che ovviamente verso le quattro è arrivata nel nostro lettone ed ora è bella spaparanzata a braccia e gambe aperte che dorme serena. Alzo le persiane della camera, ma dire che non la disturberà minimamente è poca cosa. Ogni tanto si rigira dall’ altra parte, si rimette il pollice in bocca e dorme più profondamente di prima. Mi avvicino a lei, la coccolo, la riempio di baci, lei inizia a piagnucolare. Forse dopo 10 minuti buoni riesco a farla alzare. Una volta in piedi va in bagno a fare pipì e fa tutto da sola. Poi andiamo in salotto e le accendo la televisione: non vi azzardate a dire niente, perché se non ci fosse la televisione con Masha e Orso o Peppa Pig le prime ore della giornata sarebbero ancora più faticose. Si mette a guardare la TV. Io le preparo al volo latte e cereali e la piccola fa colazione. Nel frattempo corro da una parte all’altra della casa, sbatto i tappeti, rifaccio i letti, carico la lavatrice che farò partire alla sera, al rientro. Ginevra finisce di mangiare e arriva un altro momento divertentissimo della giornata: devo vestirla. Ormai sono le otto ed è tardissimo. La scena è la seguente: lei corre per casa e io dietro con i vestiti in mano, lei super divertita, io già nervosissima. Dopo 10 minuti sono riuscita a vestirla, le preparo in un biberon qualcosa da bere, perché quando esce dall’asilo ha sempre tanta sete e intanto da brava blogger posto la mia foto di rito sui social e saluto tutti calorosamente. Ginevra ed io andiamo in garage a prendere l’auto. Ogni mattina lei preme il pulsante che apre il portoncino, si mette seduta in auto sul suo seggiolino, io le allaccio le cinture e nel mentre mi pone mille domande sulla giornata, alle quali io riesco a rispondere che è tardi e che si deve sbrigare. Arriviamo all’ asilo: altro momento stupendo. Lei inizia a piangere ed io mi agito. La maestra la prende in braccio ed io le do un bacio. Lei va alla finestra con la sua maestra e piangendo, ogni santa mattina, mi saluta come se non dovesse vedermi mai più e come sempre io esco dal cancello del suo asilo con il mal di stomaco. In quel momento però decido di prendermi una pausa: respiro davvero per la prima volta dal momento in cui mi sono svegliata. L’unico spazio dedicato interamente a me stessa durante la giornata è questo: vado al bar a fare colazione. 12141628_501368743371240_5312849905665579024_nComunque anche qui bevo il caffè in piedi, pago e corro via. Dove vado? Al lavoro che non è propriamente il mio lavoro (io la mia attività indipendente e che amo ce l’ho già), però Nicola lavora in proprio e ha bisogno di me in ufficio e quindi, via a dare una mano all’attività di famiglia. In ufficio seguo i suoi clienti, rispondo alle mie mail, provo a tenere in ordine scrivania e salone (si tratta di una concessionaria di auto usate), organizzo i miei post e accompagno lui nei suoi vari spostamenti. In realtà arriva sempre mezzogiorno e mezzo che devo ancora scrivere dei post, richiamare l’agenzia per farmi mandare l’abbigliamento che mi servirà per preparare i post successivi, organizzarmi per l’evento al quale parteciperò il giorno successivo. Insieme andiamo a casa, mangiamo qualcosa e poi alle due si torna in ufficio. Dove devo finire talmente tante cose che ne farò sicuramente metà. Anche perché le altre me le sarò dimenticate !Scatto delle foto o me la faccio scattare e organizzo le recensioni, rispondo alle ultime mail e mentre sto per servire il cliente di turno comunicandogli quanto costa l’automobile a cui è interessato, sono arrivate le quattro. Corro a prendere Ginevra che ora è la bimba più felice sulla terra, torno in ufficio dove starà con noi per un po’oppure dalla nonna che abita esattamente sopra il salone . Alle sei vado a casa, solitamente passo a fare la spesa. Arrivo, accendo la lavatrice, sistemo e metto in pentola quello che poi dovrà diventare la cena per noi tre. 12143138_499442983563816_3453739041258236983_nFaccio il bagno a Ginevra: altro momento catartico della giornata che tocca il suo apice quando devo lavarle i capelli. Ginevra ha i capelli lunghissimi e ricci. Ho provato a proporle di tagliarli mille volte, ma non se ne parla. Piange, urla, butta acqua dappertutto e in 15 minuti, se mi va bene, è fuori dalla vasca. Ce ne vorranno altrettanti per asciugarle i capelli. Le metto il pigiama, vado in cucina, preparo la tavola, mi faccio una doccia alla velocità della luce. Nicola arriva a casa, si fa una doccia anche lui e siamo a tavola. Ridiamo, scherziamo, ci raccontiamo la nostra giornata: questo sì è un momento bellissimo . Finito di cenare loro vanno in sala a giocare e io sistemo la cucina. A questo punto avrei forse il diritto di mettermi sul divano, no? No, perché c’è da stendere la lavatrice, stirare, preparare il biberon a Ginevra e metterla a letto. Sono le 21.30. La porto nel suo lettino e dopo mezz’ora di favola, risate e racconti, crolla. Moltissime volte non me ne accorgo nemmeno e mi addormento prima di lei per risvegliarmi, dopo poche ore in posizioni da fare invidia ad una contorsionista. Nicola solitamente è ancora sveglio, mi guarda, ride e mi dice: andiamo a letto, va! Ma la musica ricomincia dopo poche ore, perché Ginevra verso le quattro arriva nel nostro letto con la sua bambola Olivia, si mette in mezzo, copre la bambola, s’infila pure lei e lì inizia la sinfonia di calci e pugni fino a quando finalmente la sveglia mi dice che è ora di alzarmi. La mia giornata tipo è impegnatissima come la vostra? IMG_20151002_165524Magari un giorno vi racconterò una giornata tipo di una mamma- blogger, di che cosa faccio quando sono via per lavoro e corro come una pazza per tornare ogni sera a casa dalla mia famiglia. Perché questa è solo una giornata tipo di quando sono a casa, ma molto più spesso sono fuori porta. In questi giorni mi sono ascoltata spesso, ho ascoltato il mio fisico e soprattutto il mio respiro e mi sono accorta che corro così tanto che spesso non respiro nemmeno. Sì, è come se usassi i miei polmoni solo a metà. Detto questo, vi devo dire la verità: la mia vita è di corsa, ma ho un carattere che non si lascia mai sopraffare dagli eventi. So benissimo staccarmi dalle cose e poi questa vita l’ho voluta fortemente e mi piace molto. Il mio blog va bene e così anche il lavoro di Nicola: non mi posso lamentare. Per avere molto entrambi lavoriamo tantissimo. Vi ritrovate nella mia giornata tipo ? Fatemi sapere…un abbraccio.

Why do not you tell in your blog as a typical day of a mother? So I offer my followers now-friend on Instagram. And I think ok, thanks, great idea! There is if we talk about it dear women and mothers? Let’s get to the starting line, we heat the muscles because here there is nothing to laugh: my day is a race against time! Wake up at 7.20: run to the bathroom, I wash my face, teeth, and as I open the windows and balconies. I stop for a second to pee. I yawn while I look in the mirror and think I’m a monster. I laugh and go on. I go in the room and kitchen, blinds get up and open the windows. Meanwhile, Nicola is in the bathroom: it takes him five seconds to wash and dress. Always leaves home very early to go to work. In the meantime I settle a bit ‘room. I’ll be back in the bathroom, I comb my hair, put on makeup and get dressed on the fly. It is 7.35. Comes the fun part: I wake up around four in Geneva that obviously came in our Latvian and now is pretty sprawled arms and legs open sleeping serene. I raise the blinds of the room, but say that not bother you in the least little thing. Every so often it turns from ‘the other hand, puts his thumb in his mouth and sleep more deeply than before. I approach her, the cuddly, fill it with kisses, she begins to whine. Maybe after a good 10 minutes I can get her up. Once standing goes to the bathroom to pee and does everything by itself. Then we go into the living room and turn on the television: do not you dare say anything, because if there was television with Masha and Bear Peppa Pig or the early hours of the day would be even more strenuous. It starts watching TV. I prepare the flight to milk and cereals and small eats breakfast. Meanwhile I run from one side of the house, slam the carpets, redo the beds, loading the washing machine that I will leave in the evening, on returning home. Geneva finishes eating and comes another hilarious moment of the day: I have to dress her. Now it’s eight o’clock and it is very late. The scene is as follows: she runs to the house and I behind with clothes in hand, she super fun, I already very nervous. After 10 minutes I was able to dress her, I prepare them in a bottle to drink something, because when he comes out from kindergarten has always thirsty and meanwhile as a good blogger will post my usual photos on social and greeting everyone warmly. Geneva and I go to the garage to take the car. Every morning she pressed the button that opens the door, sits down in his car on the seat, I the connection belts and while I put a thousand questions about the day, to which I can not answer that it’s late and you have to attend to. We arrive at ‘asylum: Another wonderful moment. She starts to cry and I acted. The teacher picks her up and I give her a kiss. She goes to the window with her teacher and crying, every holy morning, greets me as if I were to see me again and as always I go out of the gate of his asylum with an upset stomach. At that moment, however, I decided to take a break: breath really for the first time from the moment I woke up. The only space dedicated entirely to myself during the day is this: go to the cafeteria to have breakfast. Nevertheless, I should drink coffee standing, pay and run away. Where I go? Work that is not really my job (I do my business independent and I love I already have), but Nicola works on his own and he needs me in the office and then, way to help out the family business . In the office I follow his clients, I answer my emails, I try to keep tidy desk and lounge (it is a used car dealership), I organize my posts and accompany him in his various moves. In reality always comes twelve thirty p.m. I still write the post, call the agency to send me the clothing that will help me prepare for the later posts, arrange for the event which will participate the next day. Together we go home, eat something and then the two back at the office. Where I have to finish so many things that I will definitely half. Also because the other me I’ll forget! Taking pictures or me I can take and organize the reviews, I answer to the last emails and while I am going to serve the customer in turn communicating how much the car you are interested in, came the four . I run to take Geneva is now the happiest girl on earth, back to the office where he will stay with us for a po’oppure grandmother who lives just above the salon. Of the six I go home, usually I step out shopping. Arrival, turn on the washing machine, settle and put into pot what later will become dinner for the three of us. I take a bath in Geneva: more cathartic moment of the day that reaches its climax when I have to wash my hair. Geneva’s hair is long and curly. I tried to propose to cut them a thousand times, but do not talk. She cries, screams, throws water everywhere and in 15 minutes, if it suits me, is out of the tub. They’ll take as many to dry hair. I put my pajamas, I go into the kitchen, set the table, I take a shower at the speed of light. Nicola gets home, takes a shower too and we are at the table. We laugh, we joke, we tell our day: so this is a beautiful moment. Finished dinner they go in the room to play and I settle the kitchen. At this point I might have the right to put me on the couch, right? No, because there is to hang out the washing, ironing, prepare the bottle in Geneva and put her to bed. Are 21.30. The port in her bed and after half an hour of story, laughter and stories, collapses. Many times I do not even notice and I fall asleep before her to wake up, after a few hours in positions that rivals a contortionist. Nicola is usually still awake, he looks at me, laughs and says, let’s go to bed, go! But the music starts again after a few hours, because the four Geneva to get into our bed with her doll Olivia, gets in the way, covering the doll, she slips well and there begins the symphony of kicks and punches until finally the alarm clock tells me it’s time to get up. My typical day is very busy as yours? Maybe one day I’ll tell you a typical day of a Mom- bloggers, of what I do when I’m away on business and run like crazy to come back every evening at home to my family. Because this is just a typical day when you are at home, but more often they are out the door. These days I have heard often, I listened to my body and especially my breath and I realized that I run so much that often do not even breath. Yes, it is as if I used my lungs only half. That said, I must tell the truth: my life is on the run, but I have a character who does not let themselves be overcome by events. I know things and then detach from this life I strongly wanted and I really like. My blog is fine and so is the work of Nicholas: I can not complain. For both we work very much. It is again in my day? Let me know … a hug.

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